"Le infrastrutture, e innnanzitutto le strade, sono state per decenni lo strumento primario e indispensabile per lo sviluppo architettonico e urbanistico. Sono state la spina che ha portato al raddoppio, alla triplicazione, alla decuplicazione del patrimonio edilizio in pochi decenni. E più ci si espandeva, più brown areas, aree abbandonate, edifici vuoti e dilapidati si lasciavano alle proprie spalle."

 Fin dagli albori della civiltà umana l'uomo ha sempre sviluppato insediamenti e attività lungo percorsi e direzioni, dapprima naturali (fiumi, laghi, litorali etc.), poi artificiali, strade, ferrovie, autostrade, porti. La presenza di infrastrutture è il motore dell'attività edilizia, senza queste grandi complessi e strutture non sarebbero altro che cattedrali nel deserto; ciò possiamo constatarlo anche a Roma con la Città dello Sport di Calatrava, situata in un quadrante di Roma dove le infrastrutture sono carenti. Il futuro di molte città e degli architetti che su di esse lavoreranno, è proprio quello di instaurare un rapporto simbiotico tra le infrastrutture presenti e le brown area per porre un freno al consumo di suolo e all'espansione caotica e indisciplinata delle metropoli. Seguono immagini di progetti di recupero di infrastrutture e aree abbandonate (Seoul, Madrid, New York):



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